Specchio Riflesso

Arrivare a Pripjiat è un subbuglio di emozioni, cadiamo nel non senso, lo spazio e il tempo si sgretolano, racconta la fotografa Monia Carlone. Pripjiat, Chernobyl sono luoghi esistenti, reali eppure metafisici, spogliati da ogni funzione o possibile presenza. La magnificenza ancora evidente nelle architetture ritratte urla contro il disastro silenzioso e immobile. I luoghi aperti mostrano il paradosso di una continuità naturale nell'invisibilità della contaminazione. 

Le fotografie di Monia Carlone si aprono a tre stanze: una della danza, una della voce e una della musica.



Un ipnotico susseguirsi di abbandono, potenza e furia cristallizzata. Un disastro dai contorni già mitologici. Un rapportarsi con le forme eterne del potere e del terrore. Come Alice viviamo il senso di vertigine e instabilità che appare da dentro lo specchio. 

 

 

Monia Carlone   Nina Failla   Mariella Sto   Adelio Leoni 
 
 
 
Fotografie di Monia Carlone


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