Inafferrabile Vuoto
- È martedì, di che cosa vuoi parlare? Del primo bacio? Ma non me lo ricordo... Come? Vuoi parlare della prima volta che ho fatto l'amore? Idem, come sopra. Non è stato come l'avevo immaginato. E a dirla tutta, non l'avevo immaginato... L'ultima volta che ho fatto l'amore? Ma non me lo ricordo... averlo saputo che era l'ultima... averlo saputo prima che era l'ultima... forse avrei preso un appunto. L'ultima cosa che ho mangiato? Questo sì. Un pomodoro. Liscio, rosso, piccoli semi tondi in un liquido viscido... Amore? Questa notte, ho sognato un uccellino.
Mariella Sto Nina Failla Gianni Staropoli
Siamo partite da lontano, dal volo notturno di due falene, da una frase di Lucrezio…..
Esplorando, cercando, muovendoci nel buio e fermandoci a guardare, ci sono venuti incontro altri personaggi, altri racconti.
“Esiste dunque uno spazio impalpabile, vuoto d’ogni materia…” afferma Lucrezio, poeta e scienziato dell’antichità.
Spazio ancora tutto da definire, in attesa di essere giocato, vogliamo rispondere. Che si tratti dello sconosciuto, dell’impossibile da immaginare o addirittura dell’aldilà.
INAFFERRABILE VUOTO è uno spettacolo che si muove nel territorio dell’assurdo dove una donna di mezza età, intrappolata nella banalità del linguaggio, svela la propria pena: non potersi sottrarre al vuoto quotidiano.
Non ha altri mezzi che non siano quelli della parola e dell’abitudine e ripropone continuamente gli stessi gesti, le stesse frasi vacue, creando involontariamente situazioni comiche a volte esilaranti.
Nel limbo in cui si trova, c’è però un’altra presenza: una forza che pulsa sempre, come un cuore, vitale, trascinante. E che danza.
Questo secondo personaggio noi lo chiamiamo la forza dell’andare.
Ed è questa forza che spinge la donna ad attraversare lo spazio come il tempo, trasformandoli in dimensioni altamente vitali, mostrando gli aspetti contraddittori della propria situazione esistenziale: il freddo dell’angoscia, il bollore dei momenti esaltanti.
Esplorando, cercando, muovendoci nel buio e fermandoci a guardare, ci sono venuti incontro altri personaggi, altri racconti.
“Esiste dunque uno spazio impalpabile, vuoto d’ogni materia…” afferma Lucrezio, poeta e scienziato dell’antichità.
Spazio ancora tutto da definire, in attesa di essere giocato, vogliamo rispondere. Che si tratti dello sconosciuto, dell’impossibile da immaginare o addirittura dell’aldilà.
INAFFERRABILE VUOTO è uno spettacolo che si muove nel territorio dell’assurdo dove una donna di mezza età, intrappolata nella banalità del linguaggio, svela la propria pena: non potersi sottrarre al vuoto quotidiano.
Non ha altri mezzi che non siano quelli della parola e dell’abitudine e ripropone continuamente gli stessi gesti, le stesse frasi vacue, creando involontariamente situazioni comiche a volte esilaranti.
Nel limbo in cui si trova, c’è però un’altra presenza: una forza che pulsa sempre, come un cuore, vitale, trascinante. E che danza.
Questo secondo personaggio noi lo chiamiamo la forza dell’andare.
Ed è questa forza che spinge la donna ad attraversare lo spazio come il tempo, trasformandoli in dimensioni altamente vitali, mostrando gli aspetti contraddittori della propria situazione esistenziale: il freddo dell’angoscia, il bollore dei momenti esaltanti.
Il terzo personaggio è la luce. Si nega, si dà, accarezza, scompare.
Fotografia di Petra de Goede
Fotografia di Mariella Sto