Coreografia del Segno
SPAZIO COME PUNTO DI PARTENZA
Spazio, dimensione in un certo senso immaginaria in cui si esplica la relazione con noi stessi, con l'oggetto, con la luce, con gli altri. Alto, basso, lato, profondità, forza di gravità, linea, spazio. Che cosa significhiamo quando attraversiamo uno spazio? Quando ci fermiamo in un luogo anziché in un altro della stanza o della scena? Che cosa si manifesta della nostra intenzione, se lo attraversiamo di corsa, o come fossimo sulla corda dell’acrobata? Quali invisibili tracce lasciamo trapelare?
Nello spazio bidimensionale del quadro come è stato posto il soggetto? Come è toccato dalla luce? Qual è la sua relazione con la cornice o con altri personaggi? Quali gli effetti narrativi, espressivi o simbolici?
ANALISI FORMALE E ANALISI CULTURALE
Indaghiamo alcuni esempi della pittura del ‘500 e del ‘600 europeo per la chiarissima e straordinaria indagine sull’uomo caratteristica della cultura di quel periodo, oltre che di alcuni ritratti contemporanei. Per esempio Ritratto virile con libro, clessidra, in poltrona (Moroni, Ceruti, Fra’ Galgario), Susanna e i Vecchioni di Artemisia Gentileschi, Le tre Sorelle di Antonietta Raphaël, i ritratti di Francis Bacon e Celia Paul.
ORIENTARSI
Affinare la percezione, il cosiddetto sesto senso, l'intuizione, la comunicazione muta e invisibile. Sperimentare diverse qualità ed energie del gesto, ci porterà dentro il lavoro in
movimento. Il laboratorio è esperienza, l’azione e l’improvvisazione ne sono gli
strumenti portanti. La coscienza sarà sempre sullo spazio interno della scena (dai
diversi punti che occuperemo nelle azioni) e su quello esterno alla scena, così come vede lo
spettatore. Non ci curiamo in realtà di un ipotetico pubblico, ma lo
pensiamo come occhio globale.
EMOZIONE
Passare da una forma all’altra, da una posa all’altra, da un mondo all’altro in un gioco di sequenze. Comporre sequenze di gesti individuati e
analizzati, con passaggio di stati emotivi da un gesto all’altro. Come cambia -
come trovo - il significato profondo dentro di me, tale da condurmi verso l'interpretazione dell'immagine successiva? Tra i tre personaggi di Artemisia e Le tre sorelle
di Antonietta Raphaël, per esempio, tra Le tre sorelle e la scena di Amleto?
Passare da una forma all’altra, da una posa all’altra, da un mondo all’altro trovando, con la ragione del corpo e dello senso, motivazioni possibili.
AGGIUNGERE IL TEMPO
Verso una narrazione. Costruire sequenze da smontare e rimontare in performance istantanee. Studio e sperimentazione di forme, qualità ed energie differenti per una consapevole, immediata scelta di strumenti artistici. Eccoci alla partitura coreografica di stati d’animo, mutamenti emotivi, susseguirsi di incontri, allontanamenti, ritorni, finali.
PRESENZA E ASSENZA / LO SPAZIO CARICATO
Il grande tema che attraversa l’esperienza dell’attore, ancora prima della presenza, è l’assenza. Essere vuoti, scomparire per lasciarsi attraversare dal personaggio. Per permettere la transizione tra le emozioni, per caricare lo spazio di energia. Non c'è posto per l'ego, a dispetto di ciò che correntemente si pensa.
PRATICHE NELLA STORIA DEL TEATRO
E’ interessante sapere che, come da un lato,
attori, registi e scenografi hanno sempre tratto informazioni e ispirazione
dalla pittura, dall’altro, negli studi degli artisti del seicento europeo come
Rembrandt e Hoogstraten, gli allievi erano spinti a inscenare veri e propri
drammi per evocare e vivere nel proprio mondo interiore quelle situazioni
psicologiche che erano poi chiamati a raffigurare sulla tela. Dall’antropologia
teatrale di Eugenio Barba, sappiamo inoltre che in India chi si occupa di arte figurativa è
tenuto a imparare le forme del teatro/danza per poter scolpire i bassorilievi
dei templi avendo in sé i propri modelli. Lo stesso Dario Fo afferma che
molti dei suoi disegni sono stati la porta d’accesso per incontrare nuovi temi
teatrali. Come possibili "zone di transito" indichiamo inoltre i Teatrini di Fausto Melotti così come certe scene sacre rappresentate nella ceramica dell'antica cultura cretese.
PERSONA è la maschera dell’attore, allegoria della pittura è la
MASCHERA
Documentazione bibliografica
Svetlana Alpers, Il modello teatrale, in L’Officina di Rembrandt, Einaudi
Vittorio Taviani, Nodi - Il teatro come pratica culturale, in Training! Dino Audino editore
Alberto Veca, Vanitas, ed. Galleria Lorenzelli
Eugenio Barba, Azioni al lavoro e Tecnica in L’Arte segreta dell’attore, Ubulibri, 2005
Gaston Bachelard, La Poetica Dello Spazio, Edizioni Dedalo, 1975
Mariella Sto, Una Danza Nascosta, Lubrina Bramani editore, 2017
Yoshi Oida e Lorna Marshall, L'attore Invisibile, Bulzoni Editore, 1997
Elenco delle immagini
Cassone da nozze (Accademia Carrara), Kontacthof di Pina Bausch, Ritratto del Moroni (Accademia Carrara), Edwin Booth in “Hamlet”, Helene Weigel in “Il Cerchio di Gesso del Caucaso”, Ida Rubinstein interpreta S. Sebastiano, Ritratto di Vecchio del Moroni (Accademia Carrara), S. Sebastiano di Raffaello Sanzio (Accademia Carrara), Susanna e i Vecchioni di Artemisia Gentileshi, Le tre sorelle di Antonietta Raphaël, “Hamlet” di Bergman, Ritratto di Francis Bacon, Ricordo di un dolore di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Accademia Carrara), Natura morta con Strumenti di Evaristo Baschenis (Accademia Carrara), “Come and Go” di Samuel Beckett (regia di John Crowley con Paola Dionisotti Anna Massey e Siân Phillips), Dittico di Celia Paul, Suor Beatrice di Maeterlink, Le nozze mistiche di S. Caterina di Lorenzo Lotto (Accademia Carrara), La Deposizione di Caravaggio, Orfeo ed Euridice di Pina Bausch, Studio per Guernica di Picasso, Helene Weigel in “Madre Coraggio e i suoi figli”, Ryszard Cieslack nel “Principe Costante”, Cristo Ligneo, Edwin Booth in “Hamlet”, Ritratto di Vecchio di Rembrandt, Bassorilievo di un tempio indiano, “Il Figliol Prodigo” di Rembrandt, " Buonanotte bambini" di Fausto Melotti, Fedeli osservano la Dea nel tempio, Heraklion, Museo Nazionale, Ritratto di Giovanni Maria Bruntino di Fra’ Galgario (Accademia Carrara), Autoritratto come Allegoria della Pittura di Artemisia Gentileschi.
Il laboratorio è rivolto ad artisti figurativi e non, attori, scrittori, danzatori, studiosi e appassionati d’arte che vogliano dinamizzare il proprio punto di vista coniugando il fare con il vedere.